Flaubert, il romanzo preferito e il diritto alla nostalgia

Ho partecipato qualche sabato fa a Esperimento Deserto, un viaggio che l’intrepido Alessio Martinoli compie insieme a compagni arruolati per nelle varie sedi di tappa alla ricerca della letteratura preferita. Per lui Il deserto dei Tartari, per i compagni a libera scelta del romanzo preferito.

Le due o tre cose che ho detto io

(Intervento a La cultura al centro, Spazio Alfieri, 14 aprile 2014)  Ricordo un momento della campagna elettorale di cinque anni fa, un appuntamento alle sette e mezzo di mattina che Matteo Renzi ci diede in piazza del Carmine. Allora la situazione della cultura a Firenze non era felicissima. Oggi molte cose sono state fatte: non tutte bene, con qualche incertezza, qualche arretramento dinanzi a molti avanzamenti. Pure, abbiamo una strada tracciata, dobbiamo completarla perché giunga veramente da qualche parte. Abbiamo davanti un’occasione che non tornerà più.

Due o tre cose che diciamo sulla cultura a Firenze

Siamo nel bel mezzo di due capitoli di uno dei libri di Firenze: l’occhio è ancora su quello che sta per terminare, e già lo sguardo si posa sul nuovo. Da lettori attenti, sappiamo che è importante riflettere. Il libro in questione è di quelli importanti, sgualciti magari, sbatacchiati ma resistenti ad ogni crac della rilegatura, il libro della cultura in città. Non perdere il filo della narrazione per proseguire spediti nella lettura.

Compro una vocale: sbriniamo la cultura

La mestizia di questa campagna elettorale supera di gran lunga qualsiasi ricordo di simili afflizioni da consultazione popolare: il livello è talmente basso anche sulle tematiche fondamentali che forse basterebbe poco per fare la differenza. La cultura non è mai stata in testa a quella categoria di affabulazioni che convincono le masse a mettere la crocetta: ma in questa temperie un deciso passo in avanti sull’argomento gioverebbe a chi decidesse di farlo. In fondo è o non è questa una delle migliori risorse del nostro disgraziato paese ?

L’uovo (mancato) del serpente

Tra la storia e l’oblio, tra il tutto e il nulla nello sport è questione di centimetri. Ne parleremo giovedì 24 al Caffè della Pergola dalle 18 durante l’incontro dedicato alla storica Olanda anni Settanta nell’ambito del ciclo HANNO FATTO UNO SQUADRONE (conducono Daniele Bacci e Leonardo Bucciardini, ospite speciale Fausto Bagattini, il sottoscritto alla lavagna tattica).

Librerie: ancora chiusure, ancora domande sbagliate

All’inizio di ottobre, a caso-Edison già ampiamente deflagrato, ne avevo già scritto. Quando chiude una libreria, o un’attività culturale legata al commercio in generale, non basta protestare ma occorre farsi delle domande, e chiedersi perché la chiusura è avvenuta.

Mariangela Melato e la socialdemocrazia

 

Mariangela Melato è mancata alle 5 di questa mattina, l’11 gennaio (lo stesso giorno di Fabrizio De Andrè): altrove ne parlo in maniera più specifica. Un evento così doloroso fa scaturire una serie di pensieri associativi, che magari c’entrano relativamente. La seconda cosa che mi è venuta in mente quando ho letto su Twitter la notizia è stata la mitica battuta di Giancarlo Giannini in Travolti da un insolito destino, “Sciacquetta, porca … bottana industriale e socialdemocratica” : abbastanza in tono con la scivolosa situazione politica dell’Italia di oggi.

Amleto, o il mestiere della cultura

Non scrivo mai degli spettacoli in scena alla Pergola, perché lo ritengo poco carino. Faccio un’eccezione per Amleto2, eccezione dettata da un paio di motivi. Il primo e più fondamentale è che si tratta di uno spettacolo bello, il che fa la differenza rispetto a un bello spettacolo.

Dovremo chiedere a Putin per avere cultura in Italia ?

Comincia con foschi presagi il 2013 della cultura, dal livello locale a quello nazionale. La drammatica stretta sul Maggio Fiorentino, la notizia che restituiremo all’Europa due miliardi di euro destinati ai beni culturali del Sud Italia che non si è riusciti a impegnare nonostante la pletora di siti chiusi o che cadono letteralmente a pezzi, l’indagine di Coldiretti che mostra come il 37% delle famiglie italiane abbia intenzione di rinunciare a qualche consumo culturale (meno di altre tipologie di consumi, ma pur sempre rinunziare).

Cosa può (dovrebbe) insegnarci il “crollo di Halloween”

Certo, si faranno delle indagini e si accerteranno le responsabilità. Quello che sembra abbastanza evidente è che ce ne sono, di responsabilità, nella vicenda del crollo a Vincigliata durante la festa di Halloween. Se si rivelassero davvero quelle che sembrano, dovrebbero essere perseguite duramente, perché si è giocato con la vita di persone, di adolescenti in modo particolare, e solo il caso ha impedito conseguenze peggiori.